Le elezioni sono andate come sono andate…
In Sicilia la lista degli Amici di Beppe Grillo non ha superato la soglia di sbarramento del 5%, e se Sonia Alfano riuscirà ad ottenere il seggio di deputato regionale che le spetta dopo la rinuncia della Finocchiaro sarà comunque un grande successo. Certo, poteva andare meglio, ma inutile piangere sul latte versato. Quello che adesso invece è veramente importante è concentrarci per la prossima raccolta di firme per i tre referendum sulla libera informazione a partire dal 25 aprile, giorno del II V-Day. Del resto dobbiamo essere consapevoli che anche questo risultato elettorale è la conseguenza di una efficacissima campagna di disinformazione gestita dal sistema di potere. I giornali, le radio e le televisioni ci bombardano continuamente di pubblicità, programmi di intrattenimento, sport, e magari qualche volta anche approfondimenti scientifici o culturali che però hanno poca attinenza con la nostra realtà quotidiana. Nessuno ci dice, per esempio, quello che sta realmente accadendo in queste ore in Tibet o in Kenia. Nessuno ci dice che fine ha fatto l’auto ad aria compressa presentata da Guy Negre al Motorshow di Bologna nel 2001, in grado di fare 100 Km con 77 centesimi di Euro. Nessuno parla del fatto che milioni di voti anche in queste ultime elezioni sono stati letteralmente comprati, e che la stessa Corte Costituzionale nell’ammettere il referendum per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale ha ammesso che presenta concreti elementi di illegittimità. Nessuno denuncia che la percentuale di pregiudicati eletti in Parlamento è oltre il triplo della media della popolazione italiana, e che questi “signori” anche stavolta prenderanno delle decisioni che graveranno sulle nostre vite e sul futuro dei nostri figli.
Le rarissime voci fuori dal coro, qualche puntata di “Report” o di “Anno Zero” devono comunque camminare sul filo del politically correct, mentre le informazioni che veramente dovrebbero andare sulle prime pagine di tutti i giornali dobbiamo andarcele a cercare sul blog di un comico genovese o nei servizi satirici di una bambolina con l’impermeabilino giallo ed un bassotto. Siamo messi davvero male e non lo sappiamo nemmeno, perché tutti i mezzi d’informazione ci dicono che tutto va bene. Anzi, peggio, ci dicono che le cose vanno male, ma che tutto sommato è normale e che in fondo in fondo va bene lo stesso. E così possiamo tranquillamente dedicarci alla Champions League, al Grande Fratello, ai Cesaroni, o anche alla visita del Papa in America o ad uno dei tantissimi fatti di cronaca nera che non mancano mai. Tanto ora ci penserà Berlusconi a rimettere in piedi l’Italia!
Dobbiamo liberarci dalla schiavitù della disinformazione. La moderna partitocrazia, o business-crazia, non ha certo i connotati di una dittatura d’altri tempi. La democrazia, quella vera, muore lentamente e silenziosamente giorno dopo giorno, ed il regime che la sostituisce ne conserva l’aspetto e l’apparenza. Ma l’inganno ed il controllo hanno bisogno di un elemento indispensabile per poter riuscire: la gente non deve pensare con la propria testa. E come fai per non far pensare qualcosa a qualcuno? Semplice: gli dai da pensare qualcos’altro!
Ecco perché la disinformazione oggi è più attiva che mai. Perché disinformazione non può essere semplicemente assenza di informazione. Al contrario, i messaggi devono arrivare a valanga nei nostri cervelli, ma tutti mirati, controllati, e funzionali al sistema. Ed ecco che gli inceneritori ora si chiamano termovalorizzatori e liberano nell’aria solo un’impercettibile fraganza di mughetto, le zone a traffico tariffato si chiamano zone a traffico limitato e risolvono tutti i problemi di mobilità e di qualità dell’aria nelle città, ecc. ecc..
Riprendiamoci adesso il diritto ad una libera informazione, perché senza libera informazione non c’è consapevolezza, e senza consapevolezza non c’è libertà.